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Quando circa un anno fa avevo saputo che Ronald D. Moore, papà della serie cult di Battlestar Galatica, aveva in mente di portare sul piccolo schermo le vicende di Diana Gabaldon autrice della saga di Outlander, ne sono stata subito felice.
Chairisco subito però che io il libro non l'ho amato per niente anzi, per certi versi mi aveva molto infastidito.
La mia felicità proveniva da una commistione di cause che anticipavano una serie tutt'altro che banale. Eh sì, perché in fin dei conti quando nel lontano 2010 (o era ancora prima?) mi ero fatta convincere a comprare e poi leggere quel tomone gigante di Oulander (in Italiano la Straniera riedito in occasione del debutto della serie tv da Corbaccio) ero piena di aspettative; se ne parlava così bene che nessuno mi aveva preannunciato che mi sarei trovata davanti un romance in tinte fantasy con lunghi momenti di noia e spruzzate di sadismo qui e lì.
Stoicamente avevo sorbito le 838 pagine nonostante il genere non mi fosse congeniale per una ragione: le vicende di Claire e Jamie a me interessavano era tutto il contorno un po' troppo harmony a non convincermi.
Sapevo, perché avevo amato Battlestar Galatica, che Ronald D. Moore non mi avrebbe tradito e così è stato.
Outlander la serie, lo dico subito e non me ne vogliano le lettrici fan della saga letteraria, nobilita di molto il libro; soprattutto un aspetto non di poco conto come il trattamento riservato alle donne dell’epoca è ben affrontato e non reso “sexy o attraente” cosa che non avviene nel più blasonato Game of Thrones, dove una sfilza di donne viene violentata facendo da sfondo ad azioni importanti guarda caso con uomini protagonisti.
La serie colpisce proprio per quell'eleganza che a mio avviso latita un po' nel libro, probabilmente anche per il mezzo meno flemmatico qual è la tv, eleganza e originalità che si notano nell'episodio, forse più bello della prima parte di stagione, “the Wedding". Un episodio che sarebbe potuto, se gestito male, apparire volgare ma che invece risulta la perla di questa serie.
La serie tv convince oltre che per la direzione e la sceneggiatura anche per la scelta dei tre attori protagonisti: Caitriona Balfe e Sam Heughan hanno una buonissima intesa e sono azzecatissimi nei ruoli, Tobias Menzies che ha il ruolo di Frank e del suo antenato Jonathan Randall è ben amalgamato alla storia narrata.
I primi episodi di Oulander, infatti, appaiono a prima vista più lenti e dilatati rispetto al crescendo del ritmo che si raggiunge con il quarto episodio, ma sono necessari a darci le basi della dualità in cui si trova Claire. Divisa tra due mondi e tra due uomini.
Costruendo con pazienza e intelligenza il rapporto tra Frank e Claire nei primi episodi è molto più semplice, ad esempio rispetto al libro (ma questo è opinabile, ne sono consapevole), capire per lo spettatore lo stato d'animo di Claire e quindi le sue azioni.
Leggevo proprio l'altro giorno che dopo la messa in onda della serie c'è stato un Boom di prenotazioni in
Scozia. Questa serie è stata un bel modo per incrementare il turismo.
E in effetti anche io l'ho detto dopo pochi episodi:
"Senti, quest'estate andiamo in Scozia!"
Questa magia antica e rurale, la natura, la lingua, tutto è ben reso nella serie e ci rimanda a un luogo magnetico da voler visitare a tutti i costi!
Io vi consiglio di recuperare questa serie perché è un buon intrattenimento in lingua originale sarebbe l'ideale come sempre, MA SE non masticate bene l'inglese Fox ha già trasmesso dal 9 Marzo la prima parte di stagione, mentre il 4 Aprile Starz manderà in onda in prima assoluta la conclusione della prima.
E voi? Siete fan del libro o della serie?