domenica 29 marzo 2015

Vita da lettrice Volume #1 - letture di Gennaio, Febbraio e Marzo 2015


Sono settimane che rimando questo post. Eppure io adoro leggere e parlare di libri ma la pigrizia a volte ha la meglio ed io sono la regina della procrastinazione, purtroppo.
Finalmente mi sono decisa a parlare dei libri letti in questi primi tre mesi dell'anno. Non sono tantissimi ma, son stata fortunata perché dal punto di vista qualitativo delle letture il 2015 è iniziato moto bene.


Sulla Pelle Gillian Flynn

Il primo libro letto a gennaio 2015 è stato sulla Pelle. Letto in formato elettronico sul mio Kobo a causa dell'irreperibilità del libro.
Sulla Pelle di Gillian Flynn è il primo libro scritto da Gillian Flynn (molto nota per il libro da cui è stato tratto il film di Fincher Gone Girl - L'amore Bugiardo del quale tra l'altro la Flynn ha scritto la sceneggiatura) e sin dalle prime pagine si capisce subito che siamo davanti a una storia ancora per certi versi allo stato embrionale rispetto alla sua opera più nota.Sulla Pelle è un thriller ben strutturato ma che mostra qualche crepa nella caratterizzazione dei personaggi. Si legge in pochi giorni perché la storia è avvincente e ritmata ma l'impressione è che poco si sedimenterà.
p.s per gli editori: Non ci vuole un genio a capire che ora Gillian Flyn viene cercata in libreria. Di grazia, cosa ci vuole a ristampare i due libri precedenti a Gone Girl in tempi celeri?

L'amica Geniale Elena Ferrante
Sono una di quelle che quasi, quasi voleva soprassedere e non leggere la Ferrante adesso; c'è troppo clamore, se ne parla troppo e avevo paura che proprio perché ormai la scrittrice e la sua serie sono così inflazionati, la lettura sarebbe stata inficiata. Mi sbagliavo: Elena Ferrante scrive da Dio, con una scrittura asciutta e fluida. I personaggi in poche pagine diventano come persone reali delle quali si vuole sapere sempre di più'.
L'amica geniale è un libro originale perché parla di cose ordinarie in modo assolutamente non ordinario. Mi riservo di finire la quadrilogia prima di parlarne approfonditamente.
Sto bramando gli altri libri della serie ma sono in pausa forzata acquisti.



Storia di una ladra di libri di Markus Zusak
Questo libro non l'avrei proprio letto se mia sorella non avesse talmente insistito mandandomi a comprare la versione cartacea perché: " è un libro da tenere, io l'ho letto in ebook e mi dispiace non averlo". Quindi sono andata da Feltrinelli e l'ho preso, così a scatola chiusa.
In realtà, proprio per il clamore con il quale mi era stato "venduto" (le aspettative nella vita cambiano tutto, non c'è niente da fare!) non l'ho trovato così eccezionale. Alcune parti sono senza dubbio molto intense e commovente  altre le ho trovate però addirittura melliflue. E' questo poco equilibrio nel libro che mi ha spiazzata di più; da una parte la capacità di Zusak di caratterizzare in modo eccellente i rapporti tra i personaggi, mi viene in mente quello tra Liesel e i suoi genitori adottivi come anche il ruolo di Max, la parte dedicata a lui è la più struggente, alla quasi banalità dei capitoli in cui la Morte, voce narrante, ha spazio per considerazioni che mi hanno fatto alzare varie volte il sopracciglio.

I Gillespie di Jane Harris

Questo libro l'avevo comprato in fretta e furia sul libraccio a metà prezzo, perché lo volevo leggere subito non potevo stare senza questo bel tomone un giorno di più. Se siete libri-dipendenti come me, capirete di cosa sto parlando.
Beh alla fine è rimasto nella libreria insieme agli altri cinquanta libri da leggere per oltre un anno, nel frattempo ho letto un altro libro dell'Harris che mi aveva intrattenuto molto (Le Osservazioni edito sempre da Neri Pozza).
Insomma complice il brutto tempo che per me significa automaticamente tomone di oltre 500 pagine mi sono messa a leggerlo e devo dire che la lettura è stata molto piacevole. I Gillespie è un libro onesto come lo è la Harris, non tenta di essere più di quello che è: intrattenimento. 
Ambientato nella Glasgow del 1888 la storia è veramente inquietante e ipnotica tanto che superato il primo centinaio di pagine a dispetto della sua mole mi sono mangiata le restanti 500, così senza neanche accorgermene.

Fino alla fine sarete lì a domandarvi se è tutto come veramente sembra... brividi!
Voi avete letto qualcuno di questi libri? 


Avete qualcosa d'imperdibile da consigliare?


giovedì 26 marzo 2015

Il plumcake allo yogurt a modo mio

Questa mattina quando ho aperto il frigorifero per prendere il latte per la colazione, li ho visti: 2 yogurt schiacciati nell'anta del frigorifero, un po' ammaccati, comprati non so' perché, poiché d'inverno io le cose fredde non le mangio. Insomma, mi hanno fatto pena poverini e così ho deciso di trasformarli nel pluncake di Maury (cioè il mio!). La torta allo yogurt più facile e soprattutto soffice mai assaggiata. Provare per credere. pluncake Ingredienti: 
 2 uova 170 gr di zucchero (io 120 gr)
2 vasetti di yogurt bianco o alla frutta (senza pezzi)
90 gr di burro (oppure 80 g di olio, se i grassi di origine animale vi stanno antipatici)
250 gr Farina 1/2 di lievito per dolci
-cioccolata fondente
Facoltativo:
 Montate le uova con le zucchero e ottenete un impasto omogeneo e fluido, unite il burro fuso freddo (o l'olio), lo yogurt e infine la farina e il lievito setacciato.
Foderate una teglia di 22 cm di diametro o uno stampo da plumcake con della carta da forno umida e versare l'impasto. Infornare in forno già caldo a 190 c° per 30 minuti. La prova stecchino è obbligatoria, ricordatevelo!

  Consiglio: Questa torta si presta bene a molte varianti; potete aggiungere pezzetti di cioccolata fondente, cucchiaiate di marmellata, pezzi di frutta secca. Tutto quello che la fantasia vi suggerisce. pluncake-2

mercoledì 18 marzo 2015

House of Cards: e se Putin visitasse la casa bianca? - Recensione episodi Chapter 29/ Chapter 30

Avete mai provato a immaginare come andrebbero le cose se Putin fosse invitato alla Casa Bianca? Fantapolitica non trovate? E chi meglio di House of Cards può sguazzare nella fantapolitica senza risultare mai troppo estrema? Petrov che altri non è che Putin ma con un alto nome, viene invitato alla Casa Bianca per un vertice che dovrebbe sigillare un patto bilaterale che appare sin dall’inizio scomodo per il presidente russo. Ovvio che se la geopolitica non è un’opinione agli Stati Uniti fa assolutamente comodo l’appoggio della Russia per controllare quella zona della Giordania ma la versione ufficiale è quella di voler portare la pace in Medio Oriente.



Frank ci tiene così tanto a questa idea folle di mandare le truppe russe e americane nella valle della Giordania controllata dagli Israeliani e per far sì che questa partnership tra le due grandi potenze si verifichi, che è disposto a fare buon viso a cattivo gioco e addirittura chiude un occhio quando Petrov ci prova un po' troppo con Claire. Quest'ultima, come sappiamo, è sempre piena di risorse e con l'aiuto di un po' di alcol e un po' di fascino riesce con poco sforzo a portare dalla sua Cathy. Ma l'accordo tra i due presidenti salta ma in fondo non aveva mai avuto speranza di essere attuato; Petrov vuole essere corteggiato come spiega chiaramente a Frank con un calzante paragone automobilistico "I want the Lexus but you’re trying to sell me the Lada". Ma salta soprattutto per quelle ultime parole dette da Claire a Frank. E' lei che "manipola" molto bene Frank (che si fa manipolare solo dalla moglie!) e lo fa desistere dal continuare a contrattare con quello che viene senza mezzi termini definito "un delinquente". L'elemento probabilmente più sorprendente e originale di House of Crads è sempre stato sin dall'inizio l'unione di Frank e Claire che prescinde e supera il legame matrimoniale: i due sono "un'azienda" costituita proprio per scalare i vertici della politica americana, per arrivare lì in cima e spartirsi la torta del potere. Dopo aver sorretto e sostenuto Frank e aver contribuito alla sua sorprendente ascesa politica (senza essere mai passati per votazioni democratiche, ovviamente) Claire vuole la sua fetta. L'abbiamo visto nell'episodio precedente quando si sente male fisicamente per la tensione causata dalla possibilità che il marito non le appoggi la carica di ambasciatrice delle nazioni unite, scavalcando il parere negativo del senato. Come sorprendente è l'immagine delle donne in questa serie, così centrali e mai scontate. Lo vediamo bene nel capitolo 30, che si concentra su Heather Dunbar che appoggia l'amministrazione Underwood in un'udienza della Corte Suprema, a seguito del grave ferimento di un cittadino americano dopo un attacco drone. Il carisma della Dumber preoccupa Frank come potenziale rivale per le elezioni del 2016 così il presidente in carica tenta di rimuovere la donna offrendo il posto del giudice Jacobs, malato di Alzheimer, alla corte suprema. Il piano si ritorce contro Frank che viene smascherato nelle sue reali intenzioni e deve accettare la candidatura a sorpresa della Dunbar. Se non bastasse Stamper si offre alla nuova candidata come guida per la sua campagna in grado di rivelare tutti i segreti più nascosti dei coniugi Underwood.


Avete mai provato a immaginare come andrebbero le cose se Putin fosse invitato alla Casa Bianca? Fantapolitica non trovate? E chi meglio di House of Cards può sguazzare nella fantapolitica senza risultare mai troppo estrema?
House-of-Cards-303_1Petrov che altri non è che Putin ma con un alto nome, viene invitato alla Casa Bianca per un vertice che dovrebbe sigillare un patto bilaterale che appare sin dall'inizio scomodo per il presidente russo. Ovvio che se la geopolitica non è un'opinione agli Stati Uniti fa assolutamente comodo l'appoggio della Russia per controllare quella zona della Giordania ma la versione ufficiale è quella di voler portare la pace in Medio Oriente.
Insomma le cose per il Presidente non sembrano andare bene: sin dall'inizio abbiamo notato come Frank si senta stretto nel ruolo ottenuto con fatica e come fosse maggiormente a suo aggio nelle retrovie dove è più facile muovere le pedine senza essere sotto l'occhio attento e vigile del mondo.
House-of-Cards-304-5Frank è costretto a prendersi gli insulti di Kasse Mahmoude (anche se l'amministrazione che ha autorizzato l'attacco in cui è rimasto ferito era la precedente) che non accetta le scuse della Presidenza e chiede maggiore rigore quando si compiono certe operazioni militari; indicativa è la scena della distesa di lapidi bianche del cimitero militare che ci ricorda come nelle azioni militari, gli Stati Uniti siano poco cauti non solo con i civili degli altri paesi ma anche con i propri ragazzi che mandano a frotte al fronte. L'altra parte dell'episodio segue ancora la storyline della politica estera americana nella valle della Giordania. Nonostante il taglio fantapolitico di cui accennavo in apertura di recensione, House of Cards sa essere ben realistica e tagliante e ci fotografa l'immobilismo reale dell'ONU a causa della difficoltà di due membri permanenti di trovare un punto d'accordo. La Russia esprime voto contrario alla risoluzione per inviare truppe nella valle della Giordania e in quanto membro permanente, il veto non è formalmente superabile . Mentre Claire cerca un modo per superare il veto posto dalla Russia, Michael Corrigan, attivista per i diritti gay, viene arrestato, azione spropositata e fuori luogo che appare chiaramente come una minaccia. Frank si trova diviso a metà: da una parte Claire che spinge per non chiedere l'estradizione di Corrigan, dall'altra la stampa Americana che non accetta che un cittadino americano venga arrestato mentre manifesta le sue opinioni. Due episodi ben ritmati e come sempre molto interessanti ai fini della trama politica; la narrazione sembra decollare preannunciandoci dal prossimo episodio la vera partenza della stagione. Il Capitolo 29 è probabilmente uno degli episodi più divertenti della serie, l'idea di sbeffeggiare Putin mostrandolo in modo così caricaturale è stata a mio avviso una scelta geniale. Come brillante è la scena finale "love? That's what you're selling? Well, I don't buy.it" con annesso sputo al crocifisso che ha generato non poche critiche.
 Ciliegina sulla torta: -Nel capitolo 29 compaiono anche le Pussy Riot che denunciano la politica di oppressione del presidente russo e lasciano la cena in onore del presidente per unirsi al corteo per i diritti della comunità LGTB, in Russia oppressa e perseguitata.
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