giovedì 29 maggio 2014

In The Flesh: Recensione dell'episodio 2.03 - Episode 3

Quando una minoranza maltratta e sfruttata acquista la propria coscienza di classe i tempi sono maturi, diceva Marx, per una rivoluzione cioè per il cambiamento dello status quo. Il discorso che fa Simon alla manciata di non morti che si riuniscono a casa sua, è bene o male indirizzato a questo; cercare di far maturare l'accettazione verso se stessi così da combattere i soprusi della maggioranza che obbliga i malati di PDS a lavorare gratis per la comunità, per inciso lavori che nessun altro vuole fare. Se non bastasse, i malati di PSD prima del trattamento che li renda socialmente accettabili, sono trattati peggio di animali rabbiosi, come constatano Simon e Kieran nella loro giornata di servizio civile all'ambulatorio. Questa situazione frustante e ingiusta accresce la rabbia in Simon che tenta di ribellarsi in modo piuttosto istintivo, Kieran di animo mite, educato e riservato invece tende a non voler infastidire nessuno e cerca di convincere Simon a non metterlo nei guai. Sarà l'emergenza di Freddie, tornato rabbioso e rinchiuso nel garage con l'ex moglie, a fargli riconsiderare la sua posizione.
In The Flesh_203-4Questo terzo episodio con coraggio, infatti, sposta un po' il fuoco d'attenzione su un altro risvegliato. Freddie, morto in un incidente stradale, che ha ritrovato al suo ritorno dal mondo dei morti la giovane moglie, sposata con un altro uomo. Eh sì, fa parte dell'essere umano quello di riuscire a guarire dalle ferite della vita e andare avanti e Haley è andata avanti. Freddie però non accetta di averla persa e si convince di poter scappare con lei e ricominciare altrove. Fintan Ryan, che ha scritto il secondo e questo terzo episodio, è bravo a farci empatizzare con le vicende dei due ragazzi nonostante sia la prima volta che le loro vicende vengono affrontate. Ma la storia è una scusa per mettere Kieran ancora una volta davanti alla realtà delle cose: i malati di PSD non hanno egual diritti dei vivi. Quando Freddie invita Haley nel garage, dimentica la sua dose di medicinale che tiene a bada la PSD e in pochi minuti torna rabbioso. Le sequenze dedicate a questo momento alzano non poco la tensione dell'episodio, Freddie ama talmente la moglie che le offre un martello per ucciderlo prima che sia troppo tardi. E' inaspettatamente Kieran a intervenire e ad aiutare Freddie. 
In The Flesh_203-2L'atteggiamento di Gaz però, irrita e infastidisce Kieran che si ritrova disorientato ma forse più vivo di quando lo era veramente . Il bacio a Simon è liberatorio e avventato, ma rappresenta più che altro una scelta, quella presa di coscienza di cui parlavo nell'introduzione della recensione.
La necessità di pensare in termini di serie tv e non più di miniserie, com'era accaduto nella prima stagione, ha reso necessario storyline di più ampio respiro che ponessero le basi su fondamenta solide per costruire storyline nuove e articolate, questo però a mio avviso non ha sacrificato l'intimità della serie. Soprattutto parlando del personaggio e di Kieran che è il cuore di in the flesh. La cura con cui questo personaggio è stato scritto e viene recitato ci permette di interpretare le scelte, le mosse e le decisioni. Kieran è in grado di commuoverci con un solo sguardo e questo è merito della scrittura brillante e di Luke Newberry che si è donato nell'interpretazione di questo ruolo così delicato. Un'altra fetta dell'episodio è dedicata al dramma di Jem
In The Flesh_203-3La sorella di Kieran decide di liberare la propria coscienza proprio con la persona meno adatta. Maxine, ovviamente copre l'omicidio del povero Hanry ma spiega a Gas che è indispensabile mantenere vivi i malati di PSD, come sospettavamo, infatti, il primo risvegliato potrebbe essere la chiave per il secondo risveglio. Se fino allo scorso episodio, avevo pensato potesse essere Kieran ora inizio a dubitare un po' e non vi nascondo che a me il secondo risveglio non dispiacerebbe per nulla, sarebbe una buona cosa anche solo per rivedere Rick che mi pareva meglio assortito con Kieran rispetto a Simon che invece non mi convince a pieno. Infine c'è Amy che dietro i suoi modi solari e la battuta sempre pronta nasconde la voglia di essere amata, abbracciata e desiderata. Purtroppo qualcosa di preoccupante sta per accaderle, il tremore alla mano non accenna a diminuire e potrebbe essere molto più grave di quello che sembra se non bastasse alla povera Amy non ne va bene una. La fantasia che ha costruito intorno al suo rapporto con Simon che invece appare interessato (in modo disinteressato?? vedremo!) a Kieran le si rovesceranno contro molto presto.
Considerazioni sparse: -In The Flesh si è aggiudicato il BAFTA come miglior miniserie britannica - Il canale BBC Three è stato cancellato, quindi nonostante la serie vada bene e abbia un buon riscontro di pubblico e critica, anche in USA dove viene programmata su BBC America, resta in bilico. A meno che non si scelga di trasmetterla solo in USA dalla terza stagione!
Questa recensione è stata pubblicata anche su Telefilm Central.org il 22 Maggio

mercoledì 28 maggio 2014

The Good Wife: Recensione dell'episodio 5.22 - A Weird Year-Finale di stagione

The Good Wife_522-3Questa è stata una stagione importante e decisiva per The Good Wife, la scelta obbligata a causa dell'indisponibilità di Josh Charles a continuare a far parte del cast, ha costretto i King a un passo importante e difficile.
Scegliere di liberarsi definitivamente del personaggio maschile principale di una serie giunta alla quinta stagione che aveva imbastito e puntato molto sulla coppia Alicia/ Will è stato coraggioso e posso dire ora a mente fredda, è stata una salutare boccata d'aria fresca per la serie che rischiava probabilmente di rinfilarsi nelle stesse trame già affrontate considerando anche che CBS non accenna a voler cancellare la serie, per nostra fortuna. Quindi, sì, la morte di Will ci ha sconvolto e ha cambiato, di fatto, la serie ma posso dire ora che c'è solo da guardare ammirati il modo in cui gli sceneggiatori sono stati in grado di gestire il lutto di Alicia e il nostro. Riuscendo a trasformare questo momento drammatico in una svolta catartica per Alicia che manda a quel paese il marito fedifrago e soffre senza nascondersi dietro nessuna facciata artificiale.
I king ci hanno dato di più, hanno inserito prontamente il "bell'imbusto in sostituzione di Josh Charles", ma l'hanno fatto con le dovute cautele e scegliendo Matthew Goode al quale è impossibile dire di no. Hanno strizzato l'occhio allo spettatore nell'episodio The One Percent quando hanno messo in scena la gelosia di Peter che interpreta una foto di Finn mentre esce dalla sua casa come una prova del tradimento della moglie, il tutto si è risolto nell'arco dell'episodio, ma è buon modo per lanciare l'amo a mio avviso. Perché se è vero che Finn era a casa di Alicia per questioni legali, Alicia nel medesimo momento era distrutta a letto per la morte di Will.
A Weird Year, finale di stagione, infatti, torna ancora lì. Peter decide di togliere l'appoggio alla candidatura di Finn apparentemente per una questione poco chiara che lo riguarda ma anche Alicia, insospettita chiede a Eli se la causa è la foto giudicata ambigua in precedenza. Chiusa questa storyline, dove speriamo i King continueranno a lavorare mantenendo Finn un personaggio regolare anche nella prossima stagione, il finale di stagione si è concentrato nel cercare di districare le questioni interne tra la Lockhart e Gardner e la Florrick e Agos. Fusione sì, fusione no?
The Good Wife_522-2Mettiamo prima in chiaro le cose, io trovo a dir poco sgradevole Louis Canning, capisco che l'intento era proprio questo quando hanno deciso di farlo tornare e fargli occupare lo studio di Will, ma il sordido piano intessuto insieme a David Lee per cacciare Diane è allucinante, poiché Canning è appena arrivato. Trovo tra l'altro questo personaggio, adatto per episodi sporadici, così com'era stato pensato e non fisso come hanno cercato di vendercelo in questa coda di stagione, perché come tutte le guest star di The Good Wife è tratteggiato per essere piacevolmente sopra le righe. Anche Cary non scherza comunque, in questo episodio tira fuori tutta la sua insoddisfazione per una possibile fusione tra i due studi e lo scontro con Alicia si fa teso e difficile.
L'insoddisfazione di Cary è dovuta anche alla sua relazione con Kalinda, anche se chiamarla relazione è eccessivo forse, poiché noi spettatori abbiamo visto solo giochi di lenzuola e basta e credo che il rapporto tra i due non sia andato più in là di quello, il che bisogna dirlo è un vero peccato. Il rapporto tra i due se approfondito leggermente poteva essere interessante per mostrarci i due personaggi in modo più sfaccettato, soprattutto dopo il pasticcio fatto con la storyline di Klainda e marito. Comunque il tutto pare risolversi grazie ad una decisione abbastanza improvvisa di Diane che chiede di essere accolta nello studio Florrick/Agos ,scelta che lascia un po' tutti, noi spettatori compresi, a bocca aperta.
The Good Wife_522-1Eh sì, perché Diane era in procinto (ma ha mai veramente preso in considerazione la cosa?) di accettare una proposta per candidarsi a procuratore distrettuale appoggiata da Peter, che obbligato a mollare Finn aveva necessità di trovare una sostituta che piacesse anche all'ex moglie, così da mitigare la sua possibile arrabbiatura.
Senza candidati papabili, Eli ha uno dei suoi lampi di genio e chiede ad Alicia di candidarsi a procuratore distrettuale, così si conclude questa quinta stagione di The Good Wife che per certi versi entrerà nella storia della serialità grazie, come dicevo nell'introduzione, a Dramatics, Your Honor che ha spiazzato spettatori, critici ed è diventato in poche settimane un buon esempio di scrittura anche per altri showrunner. Volete un esempio? Jeff Devis, showrunner di Teen Wolf, quando è stato accusato di aver ucciso un personaggio in questa stagione del teen dram in modo ingiusto , si è appellato ai King. Della serie: se è morto Will Gardner, chiunque può morire!
Questa recensione è stata pubblicata anche su Telefilm Central.org

martedì 27 maggio 2014

Agents of S.H.I.L.E.D: Recensione dell’episodio 1.22- finale di stagione

shield_122-1Dopo una prima parte di stagione che a molti non aveva convinto, a causa di scelte narrative un po' ovvie e una scrittura non sempre brillante, Agents of Shiled si era risollevato nella seconda parte di stagione grazie anche alla complicità di casa ABC che ha protetto la serie come mai è successo in passato. Purtroppo però, dopo 5/6 episodi molto convincenti e ricchi di spunti e colpi di scena interessanti, il finale di stagione che gli showrunner ci hanno regalato non è stato per niente all'altezza né delle attese né tanto meno degli ultimi episodi della stagione.  Che cosa è accaduto?
Fondamentalmente la scelta a mio parere sbagliata è stata non tanto puntare sul ritorno di Fury, doveroso visto come si era concluso Captain America: The Winter Soldier, ma piegare nel vero senso della parola certe scene al suo personaggio rendendo veramente imbarazzanti alcuni momenti, come il salvataggio di Fitz e Simmons dove hanno letteralmente "appiccicato" Samuel L. Jackson alla scena.
Sicuramente avrà avuto cose più importanti da fare che girare un episodio di Shield che viene trasmesso su ABC e non poteva stare sul set insieme con gli altri, però il risultato generale è pessimo, stesso problema quando Coulson se lo ritrova davanti in pieno scontro con Garrett, i due hanno tutto il tempo di farsi quattro chiacchiere amabilmente dietro a dei silos. Mah
Il discorso è che se il budget non permette certi effetti speciali e certi compensi degli attori, la cosa intelligente da fare sarebbe soprassedere e puntare su uno sviluppo narrativo più intricato e ritmato senza dover basare la "sopravvivenza" dell'episodio finale su un attore.
Dal punto di vista delle varie storyline, dopo aver fatto fuori Garret sfruttando il risentimento di Mike e il suo ricongiungimento, almeno virtuale, con il figlio, abbiamo ancora Raina a piede libero.
shield_122-3Storyline lasciata aperta perché legata a stretto filo con Sky e il suo passato, non a caso alla fine dell'episodio vediamo Raina portare la foto di Sky a un uomo insanguinato che dovrebbe essere a suo dire il padre della ragazza.
Il momento più intenso dell'episodio ci viene regalato, ancora una volta, da Fitz e Simmons. Sarà perché i due attori sono britannici e come tali hanno un'intensità generalmente ineguagliabile, sarà perché Maurissa Tancharoen e Jed Whedon che hanno scritto l'episodio si sono dedicati in modo più attento a questa scena, ma tutti i momenti che li hanno riguardati sono stati veramente emozionanti. Non sapremo mai, o forse sì, se Ward ha gettato l'unità nell'oceano con l'intento di uccidere i due ragazzi o se l'ha fatto per salvarli, dimostrando di conoscerne le capacità più di loro stessi, sta di fatto che il momento in cui i due realizzano di poter uscire e il successo quando stabiliscono chi dovrà usare l'ossigeno con annessa dolcissima dichiarazione di Fitz, ci ripagano di certe oggettive brutture viste nel corso dell'episodio.

shield_122-4Capitolo Ward a parte. Considerando l'importanza del personaggio e l'impegno fatto dagli sceneggiatori nella prima parte di stagione per tratteggiarlo e approfondirlo, anche qui mi aspettavo qualcosa di più dei soli calci e pugni di May. Abbiamo visto nel corso dell'episodio che Ward non è fedele all'Hydra ma solo ed esclusivamente a Garrett che considera un padre ma quest'aspetto non viene approfondito troppo, anche se sicuramente rivedremo il personaggio nella seconda stagione, io qualcosa in più su questo fronte l'avrei voluto vedere.
shield_122-6Le battute finali sono dedicate al passaggio di testimone tra Fury e Coulson al quale è affidato formalmente il compito di ricostruire da zero lo Shield. Come vediamo nella scena finale dopo i titoli di coda, Coulson sembra iniziare a mostrare quegli strani sintomi che May aveva temuto si sarebbero presentati. In definitiva un episodio che poteva senza dubbio essere costruito meglio, con più pathos e azione vera, e lascia una sensazione di amaro e d'incompleto.
Questa Recensione è stata pubblicata anche su Telefilm Central.org

lunedì 26 maggio 2014

Penny Dreadful: recensione dell'episodio 1.02 - Séance

Penny Dreadful-201-8Premessa d'obbligo, prima di passare a parlare del secondo episodio di Penny Dreadful: sono per definizione la persona più anti-film/serie tv Horror che esiste, per il semplicissimo fatto che ho paura. Sì, beh lo ammetto mi spavento facilmente, sono molto suggestionabile e  in particolare rifuggo da qualsiasi film o serie tv che tratti di possessioni demoniache, ho quasi una fobia. Ora capirete che secondo questa premessa io non dovrei vedere questa serie, ma l'essere umano è strano e complicato e tutte le cose che ci spaventano ci attraggono anche, inspiegabilmente. Con Penny Dreadful poi è stato amore a prima vista; sin dal pilot sono stata attratta inesorabilmente e nonostante, non esagero credetemi, io muoia di paura, non posso fare in meno di proseguire la visione.
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Il secondo episodio Séance fa anche meglio del primo che aveva i limiti di dover bene o male introdurre un po' la storia, come tutti i pilot. Brilla -sbaragliando qualsiasi scena, personaggio e attore - Eva Green. Ecco potrei parlare solo di Eva Green e della sua magnetica interpretazione e avrei tranquillamente portato a termine il compito di scrivere una recensione più possibile obiettiva e completa. Perché sì, Eva Green nel ruolo di Vanessa Ives è magnifica; in questo episodio viene invitata insieme a Sir Malcom a casa dell'egittologo Sir Ferdinand Lyle che li sta aiutando a decifrare i geroglifici rinvenuti sotto la pelle del mostro/vampiro. Qui alcuni ospiti vengono invitati a partecipare a una seduta spiritica con una medium Madame Kali e quello che sembra un modo per allietare la serata degli invitati alla festa si trasforma però nell'invocazione della dea che possiede Vanessa.
Una scena lunghissima girata con forse solo un paio di stacchi di camera e da far rizzare i capelli in testa! Vanessa, infatti, fa rivivere a Sir Malcom la morte del primo figlio, abbandonato dall'uomo al campo base durante una spedizione e della figlia Mina, rapita e che chiede di essere salvata. Una scena come dicevo che basta a spiegare perché Penny Dreadful abbia le carte in regola per allietarci, se così possiamo dire, questa primavera. Non servono effetti speciali quando hai un'attrice di questa levatura in grado di terrorizzare lo spettatore solo con lo sguardo e con i cambi repentini di voce! Come scopriamo, grazie alle delucidazioni di Sir Ferdinand Lyle, Vanessa è posseduta da un demonio che cerca di ricongiungersi con un altro potete spirito, l'unione di entrambi porterà all'arrivo della bestia sulla terra.
Penny Dreadful-201-2L'altra parte della storyline è dedicata all'ingresso di Brona Croft interpretata da Billy Piper: la donna in cerca di lavoro conosce Chandler, lasciato un po' ai margini in questo secondo episodio. Brona trova un'occupazione come modella/prostituta alle dipendenze  dell'affascinante  Dorian Grey.
Giovane incurante della malattia della donna e anzi attratto da lei e proprio dalla tisi che la affligge, che gli ricorda come lui sia invincibile alla vecchia e alla morte. E' sempre un piacere rivedere Billy Piper sullo schermo; resto perplessa però dalla scelta di farla parlare un'inglese quasi incomprensibile, considerando che la serie va in onda in USA, su showtime. Ci sono board (USA) sul web con persone che già si lamentano di non  riuscire a capire nulla di quello che dice. E' noto che gli americani facciano fatica a capire l'accento britannico e non sono famosi per il loro spirito d'adattamento in fatto di lingue.
Penny Dreadful-201-4In fine c'è l'altra storyline importante, a tratti tenera e commovente. Victor Frankenstein educa la sua nuova creatura, Proteo che pian piano, con la pazienza e l'amore simile a quella che un padre nutre per il figlio, ricorda la sua vecchia vita. Quando tutto sembra andare per il meglio, l'idillio viene turbato dal ritorno del "primo figlio" di Frankenstein che uccide il povero Proteo per gelosia probabilmente. Anche in questo caso ho trovato degli attori veramente all'altezza della situazione, Harry Treadaway è intenso e inquietante al tempo stesso, veramente adatto alla parte, rendendo il suo personaggio molto sfaccettato e interessante.
In conclusione un secondo episodio gestito e recitato brillantemente, più affascinante del pilot che getta bene le basi di una storia complessa e articolata rendendoci assetati di scoprirla velocemente tutta.
Questa recensione è stata pubblicata il 16 Maggio 2014 anche su Telefilm Central.org

martedì 20 maggio 2014

The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro: la recensione

The Amazing Spiderman-2-5Il secondo capitolo della saga Amazing Spiderman, reboot della saga cinematografica diretta da Sam Rami, non accenna ad abbandonare il primo posto nella classifica dei film più visti in Italia. Questa non è certo una sorpresa, considerando che questa tipologia di film è ormai una garanzia ai botteghini, non solo quelli italiani. Azione, romance, eroi, buoni sentimenti sono elementi che generalmente mettono d'accordo tutti, anche chi non è normalmente avvezzo al cinema di solo intrattenimento.
The Amazing Spider-Man 2 - Il potere di Electro (The Amazing Spider-Man 2: Rise of Electro) firmato da Marc Webb fa molto bene il suo lavoro: intrattiene senza farci pesare le oltre due ore di durata.
Grazie alla presenza di alcuni flashback, questo secondo capitolo cerca di dare delle risposte al fulcro della storia del giovane Peter Parker: il mistero dietro la scomparsa dei suoi genitori.
Quello che scopriamo, ma che immaginavamo sul conto del padre di Peter, oltre ad un laboratorio costruito in un vagone della metro ubicato in una stazione abbandonata, è che la Oscorp ha prima infangato il nome del signor Parker raccontando bugie anche alla zia May e infine l'ha ucciso insieme alla moglie.
Peter, dopo un'iniziale voglia di metterci una pietra sopra e tornare alla sua vita, scopre il laboratorio segreto e vede finalmente il video del padre. L'informazione più importante è che per salvaguardare l'uso del siero per scopi non etici, il padre di Peter ha sintetizzato il siero usando il suo DNA, questo significa che può funzionare solo sui suoi discendenti.
The Amazing Spiderman-2-2Ma come dice il titolo stesso del film, il secondo capitolo di Amazing Spiderman si concentra su due nuovi "cattivi": Electro e Harry Osborn. Entrambi cattivi a causa di circostanze esterne a loro; il primo interpretato da Jamie Foxx è Max, ingegnere alla Oscorp, ossessionato da Spiderman, un uomo solo e un po' disagiato, cade in una vasca piena di anguille geneticamente modificate che lo tramutano in  pura elettricità. Electro stringerà un patto insieme a Harry Osborn, giovane rampollo che prende le redini dell'impero Oscorp a seguito della morte del padre, per vendicarsi di Spiderman. Il povero Harry, interpretato da Dane DeHaan che dona al personaggio un'intensità e uno struggimento tali da farci empatizzare con Harry arrivando quasi a giustificare le sue azioni, si affanna a cercare il modo per sfuggire alla malattia genetica che il padre gli ha tramandato e che lo porterà a una morte atroce, l'unica possibilità sembra proprio il sangue di Spiderman, ma Peter è restio perché non vuole mettere a rischio la vita di Harry. E' così che il giovane Osborn, iniettato il veleno dei ragni conservato alla Oscorp, si trasformerà nel  famigerato Green Goblin.
The Amazing Spiderman-2-4In tutto ciò ovviamente non mancano siparietti comici tipici del fumetto Marvel e caratteristici anche di questo reboot firmato Webb, che rendono la visione divertente e leggera. C'è il rapporto tra Gwen e Peter e i sensi di colpa di quest'ultimo per quanto è accaduto al padre e alla promessa fatta di non mettere in pericolo Gwen. E' invece proprio quello che accade nelle battute finali del film; messo KO Electro, il faccia a Faccia tra Harry/GreenGoblin e Peter/Spiderman si fa duro ed è proprio Gwen che paga il conto più alto.
Peter si ritrova, ancora una volta a fare i conti con le responsabilità che derivano dall'essere spiderman, scelte che si ripercuotono sempre su persone vicine a lui.
Andrew Garfield, come già avevamo potuto apprezzare nel primo film, è molto convincente nel ruolo di Peter. La sua recitazione è molto spontanea e intensa, com'è tipico negli attori britannici, infatti, i momenti in cui rende a pieno sono proprio le parti più drammatiche, alzando il livello generale della recitazione nelle scene con Sally Field, attrice sublime. Emma Stone, che gli fa da spalla, invece all'opposto ha una naturale vena e tempi comici invidiabili ed è perfetta in tutte le scene che servono a spezzare la narrazione. In generale cast all'altezza di un film d'intrattenimento, senza dimenticare il carisma dei due cattivi sopra citati: Jamie Foxx e Dane Dehaan e il quasi irriconoscibile Paul Giamanti nel ruolo di Aleksei Sytsevich.
In questo secondo capitolo era previsto l'ingresso di un altro personaggio importante del fumetto, Mary Jane Watson. Shailene Woodley era stata scelta per interpretarla e aveva anche girato delle scene ma Weeb ha deciso poi di rimandare l'ingresso del personaggio - rumors sostengono perché la Woodley non era adatta al ruolo -, fatto sta che, vista la fine che fa Gwen, l'ingresso di Mary Jane forse sarebbe stato adatto per presentare il personaggio. Si è scelto invece di presentare Felicia Hardy. Nei fumetti Black Cat, interpretata dalla talentuosa Felicity Jones, è un personaggio molto importante che sicuramente avrà un ruolo centrale nei prossimi film. In conclusione, un buon film che forse non regge il confronto con gli altri fratelli Marvel più adulti, soprattutto confrontando la costruzione delle scene d'azione, ma regala allo spettatore buon intrattenimento senza grosse pretese.
Questa recensione è stata pubblicata il 10 Maggio 2014 su Telefilm Central.org

lunedì 19 maggio 2014

In The Flesh: Recensione dell’episodio 2.01 – Episode 1

In The Flesh_06Quando avevo saputo, ormai un anno fa, che la miniserie In The Flesh avrebbe avuto una seconda stagione due sentimenti contrastanti hanno attraversato la mia mente: la felicità e il timore. Avendo letteralmente adorato la prima stagione, ero, ovviamente felice di poter vedere ancora questa storia raccontata, ma allo stesso tempo la paura che quella perfezione fosse scalfita e messa in discussione mi preoccupava molto. Questa premiere, per fortuna, mette fine a qualsiasi preoccupazione. In The Flesh, infatti, ritorna in pompa magna con una premiere eccellente che introduce una serie di storyline molto interessanti.
Le cose, dall'ultimo episodio, non sono cambiate poi molto. A Roarton le persone sembrano apparentemente tolleranti nei riguardi dei malati affetti dalla Partially Deceased Syndrome, purché indossino lenti e fondotinta. E' su questo punto, soprattutto che si pone l'accento, com'era già avvenuto nella prima stagione: "Cerchiamo di accettarti, ma non farci vedere quello che sei realmente". Questo è il messaggio. Dominic Mitchell, lo sappiamo bene ormai, usa magistralmente la PSD come metafora per mostrarci come la società sia generalmente poco avvezza ad accettare deviazione dalla "normalità" che egli stessa ha definito.
In questo secondo capitolo, ritroviamo il nostro Kieran ancora molto inquieto, in difficoltà a vivere a Roarton e sempre più convinto di migrare altrove; in un paese più aperto alle persone come "lui", soprattutto dopo una serie di attacchi terroristici di alcune frange violente dei non morti che stanno generando una nuova ondata di terrore nella popolazione. La partenza di Kieran viene però rinviata dal ritorno di Amy accompagnata da Simon. Entrambi fanno parte del movimento di liberazione, una sorta di resistenza che cerca di far rispettare i diritti umani per i non morti. Entrambi, ovviamente non indossano i camuffamenti istituiti dal governo e Kieran, si ritrova a dover fare i conti con la parte di lui che ancora non ha accettato il risveglio e la nuova seconda vita. Luke Newberry, che per questo ruolo è nominato ai BAFTA 2014, sorprende ancora per l'intensità con la quale interpreta questo fragile e sensibile Kieran, personaggio con il quale è impossibile non provare empatia. Kieran, infatti, non riesce a guardarsi allo specchio perché è spaventato da quello che potrebbe tornare a essere e il ricordo di quello che ha fatto, vivido nella sua mente come in quella della sorella. Jem, infatti, non sembra passarsela bene nella nuova scuola e senza il gruppo HVF. La sua paura e repulsione per i non morti si scontra con l'affetto che nutre per il fratello.
New entry importante per la stagione è senza dubbio la deputata Martin, del partito Victus. La donna ovviamente nasconde qualcosa e il reverendo pazzo è il primo ad accorgersene. L'interesse morboso per i registri anagrafici si tramuta nell'affannosa ricerca dei primi risvegliati. Mi viene da pensare che la donna sia cercando il primo risvegliato in assoluto e quel primo potrebbe essere proprio Kieran ma il perché lo stia cercando, resta per il momento un mistero che apre molte strade per i prossimi episodi
In The Flesh torna come ho detto sopra, in grande stile, con quell'intensità, quella scrittura e recitazione che aveva reso la prima stagione, un gioiellino seriale. La capacità di questa serie di indagare nell'animo in modo elegante e sottile usando una storia sovrannaturale la rende un prodotto brillante e godibile. Le battute finale della premiere ci mostrano Kieran esasperato dopo l'ennesima dimostrazione di razzismo nei riguardi dei non morti, saggiamente provocata da Amy e Simon, decide di fare le valige e andarsene. Resta ancora aperta la questione riguardante Amy: è stata "scelta" per fare cosa? Il movimento di liberazione è legato a quello terroristico che semina il panico? Con tutte queste domande In The Flesh si è assicurata la nostra attenzione per i prossimi cinque episodi.
Questa recensione è stata pubblicata anche su Telefilm Central il 9 maggio 2014

mercoledì 14 maggio 2014

The Americans: Recensione dell'episodio 2.10 - Yousaf

Mancano solo tre episodi al finale di stagione e da quando si prefigura in questo decimo, molto probabilmente vedremo i Jennings in seria difficoltà entro fine stagione.
The Americans_210Difficoltà di diversa natura, nel portare avanti questa doppia vita, soprattutto da parte di Philip che appare sempre più diviso; difficoltà che potrebbe creare Andrew Laric tornato in America e che, saputo della morte di alcuni agenti della base, decide di vendicarsi di Elizabeth e Philip come aveva promesso. Laric riesce a uccidere il prezioso agente del kgb che decodifica e ri-codifica le informazioni delle missioni dal centro ai vari agenti sottocopertura, avendo così un accesso diretto ai telefoni delle abitazioni degli agenti.
The Americans_210-2The Americans_210-3
Ma il decimo episodio si concentra principalmente su Yousaf, come anche il titolo dell'episodio ci annuncia. Yousaf Rana è un funzionario afghano arrivato negli Stati Uniti per discutere il sostegno crescente dei mujaheddin nella battaglia contro sovietici. Philip, dopo il primo contatto preso da Elizabeth, sceglie arbitrariamente di mandare Annilese, una nostra vecchia conoscenza, convinta che sia il governo svedese a chiedere il suo aiuto. La missione prevede un ruolo importante sotto copertura molto simile a quello che Philip ha instaurato con Martha ed è forse anche per questo che, agendo impulsivamente, sceglie una donna diversa da sua moglie. La sua stanchezza per la doppia vita cui sono sottoposti e la perdita di fiducia anche per questa guerra che alla fine non sente più sua, sarebbero messe definitivamente alla prova se dovesse succedere qualcosa a Elizabeth; inoltre abbiamo già visto in passato che Philip non ama dividere la moglie con altri, soprattutto perché Elizabeth è una donna inquieta sempre alla ricerca di qualcosa di "diverso". Annalise però è una scelta avventata, convinta di giocare a fare la spia, non si rende conto delle implicazioni del suo ruolo e dopo essersi concessa di malavoglia a Yousaf, ha una crisi di nervi abbastanza preoccupante. Dal canto suo Elizabeth è una macchina da guerra, a lei spetta il compito di uccidere a sangue freddo Javid, il funzionario al quale Yousaf sarebbe succeduto dopo due anni e come ci ha abituati anche nelle precedenti missioni, non batte ciglio quando soffoca l'uomo in piscina. Parallelamente vediamo Beeman fare passi da gigante verso una verità che potrebbe metterlo in serio pericolo. Indagando sui Connors, scopre insieme a Gaad uno scomparto segreto nella ventiquattrore che li porta immediatamente a comprendere che i due Connors facevano parte di qualche intelligence. Interrogato nuovamente il figlio superstite della coppia, Beeman spinge per sapere dal ragazzo se i genitori avessero un qualche tipo di segreto e mi è venuto naturale, durante questa scena, immaginare Paige a dover rispondere a queste domande. Lei chiaramente ha sentore che qualcosa di strano aleggia sulla sua famiglia. Sarà però l'identikit mostrato da Beeman al ragazzo a mettere chiaramente in difficoltà i Jennings .

The Americans_210-4Eliszabeth e Philip hanno però un'altra gatta da pelare: Paige. Li abbiamo visti sin dal primo episodio di questa stagione in seria difficoltà nel dover gestire un'adolescente che inizia a fare domande e pensare con la propria testa e che questa volta decide di andare al campo estivo per tre mesi. Sebbene lo stile educativo di Elizabeth sia affascinante, lo ammetto, - i lavori forzati di notte mi hanno elettrizzato e ispirato- probabilmente è poco adatto per gestire un'adolescente ed è pressappoco quello che anche Philip le fa notare.
Piccolo spazio è destinato a Nina e Oleg sui quali ho un gran punto interrogativo. Mentre Oleg è attratto dalla vita in USA, Nina sente una grande nostalgia della sua casa, nonostante la vita in America sia per certi versi più complicata, le agiatezze sono indubbie. Il suo legame con Beeman e Oleg simboleggia mio parere proprio questa divisione della donna. Tra tutte le storyline è proprio questa che mi lascia più perplessa; avevo amato il personaggio di Nina e la sua relazione con Stan nella prima stagione, ma in questa seconda mi è sembrato che si siano tirate stancamente avanti le fila di qualcosa destinato a finire male e fin troppo staccato dal resto delle trame. In conclusione, un episodio come sempre ben scritto e recitato. FX sta mostrando con questa seconda stagione di essere un network coraggioso perché se è vero che a noi europei non tocca particolarmente il continuo attacco ai valori americani perché appunto non nostri, immagino spesso un Americano guardare questa serie e sentire così forte l'accusa al consumismo (anche religioso) su cui la società Americana è imperniata. CHAPEAU
Questa recensione è stata pubblicata su Telefilm Central il 4 Maggio 2014
 

giovedì 8 maggio 2014

Vikings: Recensione dell'episodio - 2.10 The Lord's Prayer - Finale di Stagione

Qualcuno di voi pensava che le sanguinose battaglie a colpi di ascia viste negli scorsi episodi fossero finite? Io ovviamente no, mi aspettavo un bel finalone con sangue, lacrime e tradimenti e sono stata accontentata. Gran parte dell'episodio si concentra sulla costruzione di un equivoco: Flocki e il suo doppio gioco. Chi aveva creduto che fosse diventato dall'oggi al domani una serpe in seno della peggior specie, sarà rimasto ampiamente sorpreso dagli ultimi dieci minuti dell'episodio, io devo dire che a livello di trama e costruzione della storia avrei maggiormente apprezzato un suo voltafaccia definitivo piuttosto che il doppio gioco francamente telefonato. Questa devo dire è una delle cose che ha stonato in questo finale di stagione per il resto ben ritmato.
vikings_210-2L'orgoglio ferito di Re Horik lo porta a fidarsi delle persone sbagliate e a peccare di un'ingenuità quasi imbarazzante: prima Flocki che per provare la sua fedeltà al re inscena l'omicidio di Thornstein, poi Siggy che viene invece incaricata di uccidere i figli maschi di Ragnar. Ma voi anche solo per un minuto avete pensato possibile che Flocki potesse uccidere Bjorn? Io neanche per idea ed è per questo che il twist narrativo finale, in cui l'incursione dell'esercito di Re Horik non coglie nessuno di sorpresa come invece avrebbe dovuto, rende tutto un bel po' prevedibile. Nonostante ciò Michael Hirst ci regala dieci minuti finali a dir poco adrenalinici. Vikings conclude questa seconda stagione con crudezza, violenza e sangue e  History Chanel dimostra ancora una volta di essere un network fedele e onesto nei riguardi degli spettatori; soprattutto in quelle scene più difficili. Mi riferisco alla scena off screen dell'uccisione delle figlie e dei figli di Re Horik: i Vichinghi non risparmiano nessuno, neanche i bambini! Solo Bjorn colto da quella fragilità che lo distingue dal padre e dalla madre, lascia andare le uniche due superstiti. A livello di gestione della scena d'azione, ho trovato un po' confusionaria e mal gestita la battaglia finale, soprattutto gli ultimi minuti, ma presumo che questo sia dovuto a un necessario taglia e cuci del girato, pecca  che avevo sottolineato anche nella prima stagione.
vikings_210Vikings, resta ovviamente un buonissimo prodotto, che ha sempre offerto uno sguardo interessante sulla società e cultura di questo popolo, in particolare ho sempre trovato molto interessante il modo in cui i personaggi femminili sono stati tratteggiati. In questo episodio, lo show fa qualcosa in più, ci mostra due donne che parlano del loro lavoro e non di uomini come avviene invece di frequente - talmente tanto di frequente che in USA c'è il The Bechdel test, che a seguito di tre domande indaga sulla presenza di dialoghi tra due personaggi femminili incentrati sul mondo lavorativo. (qui dettagli) Lagertha incontra Grunhilde e le due si scambiano complimenti sul loro "lavoro" da guerriere. Affascinate, come lo è anche la figura di Porunn. Schiava liberata che pretende rispetto e che sogna una vita simile a quella di Lagertha.
vikings_210-3In conclusione un buon finale di stagione  dove i dialoghi sono ridotti all'osso e con Ragnar che batte ogni record pronunciando forse tre parole in croce ma riuscendo a dominare la scena finale nel faccia a faccia (anzi forse dovrei dire il testa a testa!!) con Re Horik; nonostante ciò restano le riserve esposte che non rendono a mio avviso l'episodio il più forte della stagione come invece ci si aspetterebbe da  un finale.
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Questa recensione è stata pubblicata anche su Telefilm-Central.org
il 4 Maggio 2014

venerdì 2 maggio 2014

Orphan Black: Recensione dell'episodio 2.02 - Governed by Sound Reason and True Religion

Orphan Black_202-6Dopo una premiere a dir poco scoppiettate, il secondo episodio appare forse più riempitivo ma non nell'eccezione negativa del termine; si prefigge, infatti, di presentarci le storyline della stagione e le sfide cui i nostri cloni dovranno far fronte. Due sono gli snodi importanti su cui la seconda stagione, presumibilmente, si concentrerà: i Proletiani e il progetto Leda. Dei primi abbiamo sentito parlare già nella premiere ma in questa seconda stagione lì vediamo rappresentati come una setta rurale a capo della quale sembra esserci un veterinario illuminato da una visione scientifica di Dio. Helena che è stata ferita alla fine della scorsa stagione, viene rapita dall'ospedale e portata nella fattoria dei proletiani dove scopriamo un particolare molto interessante: il suo corpo è speculare a quello di Sarah, il suo cuore è a sinistra. La setta sembra interessata a far procreare Helena con l'inseminazione artificiale, mentre sappiamo che tutti i cloni, eccetto Sarah, sono sterili. Non è ben chiaro dove si voglia andare con questa storyline, ma è sicuramente interessante soprattutto ora che è morto il pazzo Tobias che ha trasformato la povera Helena in una psicopatica. Il tizio a capo della setta dice di provenire dal  MIT, forse ha qualche legame anche lui con il progetto LEDA?
Orphan Black_202-3Orphan Black_202-5Un twist narrativo interessante dell'episodio, a mio avviso, è rappresentato da Mrs. S e dal progetto LEDA. La ricerca spasmodica di Kira, conduce Sarah da Siobhan in un casale immerso nella vegetazione, dove la donna aiutata da due amici di vecchia data, Birdwatchers, nasconde Kira. Sin dal primo episodio Mrs S è sempre apparsa una donna enigmatica, però non ha mai dato segni di volere il male di Sarah e di sua figlia ed è più o meno quello che vediamo anche in questo frangente. Quando i due amici di vecchia data si rivelano essere dei venduti intenzionati a consegnare Kira nelle mani dei fanatici religiosi, Siobhan si trasforma in un'altra persona: piantare due coltelli nelle mani di una donna denota un sangue freddo non indifferente e ci dà più di un indizio sul passato della donna ! Sarah, grazie anche alla lungimiranza di Kira - la bambina sembra essere onnisciente, quando afferma che Mrs S ha dei secondi fini - e all'aiuto implicito di Mrs S riesce a scappare e, recuperato Felix, sembrerebbero tutti pronti a darsi alla fuga come avevano preventivato da qualche tempo.
Orphan Black_202-4La storyline in questione appare particolarmente interessante, come dicevo nell'introduzione, quando viene menzionato il progetto LEDA, sia dopo che Sarah mostra la foto a Siobhan, sia quando quest'ultima dichiara che Sarah e "gli altri ragazzi" ( non è chiaro a chi si riferisca!) provengono dal progetto Leda. Non c'è dato sapere cosa sia né che tipo di motivazione abbia. Chi c'era a Londra che aspettava lei e Kira? Leekie e il movimento Neolution, sono veramente i responsabili del progetto che ha creato i cloni? Tante domande che aprono a vari snodi molto interessanti.
Orphan Black_202In Governed by Sound Reason and True Religion c'è del tempo dedicato anche ad Alison che finalmente oserei dire, scopre che Donnie è il suo controllore; la scoperta sembra gettarla nella confusione più totale e aggiunta alla responsabilità per la morte della sua vicina di casa che erroneamente aveva creduto essere il suo controllore, la rende particolarmente bisognosa di attenzioni; ma Felix ormai divenuto il suo confidente, sta lasciando la città! Le scene di Alison impegnata nelle prove del musical oltre ad alleggerire la trama generale della serie, grazie ai siparietti con Felix - Jordan Garvais è esilarante - serve, se ce ne fosse bisogno, a farci vedere che Tatiana Maslany oltre ad essere in grado di interpretare più di 6 personaggi in modo credibile sa anche cantare e ballare!
Infine c'è il tempo di dedicarci anche a Cosima che ha ottenuto un laboratorio  per svelare lei stessa i segreti sui loro genomi e capire perché mostra gli stessi sintomi di Katia. Sono tutte destinate ad ammalarsi? Episodio, come dicevo in apertura, che mette sul piatto una serie di storyline che potrebbero avere svolte inattese e sorprendenti e ennesimo episodio che ci mostra quanto la bravura di Tatiana Maslany sia, insieme a una scrittura originale, la forza centrale della serie!
Recensione pubblicata su Telefilm Central. org il 30 Aprile 2014
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