lunedì 19 maggio 2014

In The Flesh: Recensione dell’episodio 2.01 – Episode 1

In The Flesh_06Quando avevo saputo, ormai un anno fa, che la miniserie In The Flesh avrebbe avuto una seconda stagione due sentimenti contrastanti hanno attraversato la mia mente: la felicità e il timore. Avendo letteralmente adorato la prima stagione, ero, ovviamente felice di poter vedere ancora questa storia raccontata, ma allo stesso tempo la paura che quella perfezione fosse scalfita e messa in discussione mi preoccupava molto. Questa premiere, per fortuna, mette fine a qualsiasi preoccupazione. In The Flesh, infatti, ritorna in pompa magna con una premiere eccellente che introduce una serie di storyline molto interessanti.
Le cose, dall'ultimo episodio, non sono cambiate poi molto. A Roarton le persone sembrano apparentemente tolleranti nei riguardi dei malati affetti dalla Partially Deceased Syndrome, purché indossino lenti e fondotinta. E' su questo punto, soprattutto che si pone l'accento, com'era già avvenuto nella prima stagione: "Cerchiamo di accettarti, ma non farci vedere quello che sei realmente". Questo è il messaggio. Dominic Mitchell, lo sappiamo bene ormai, usa magistralmente la PSD come metafora per mostrarci come la società sia generalmente poco avvezza ad accettare deviazione dalla "normalità" che egli stessa ha definito.
In questo secondo capitolo, ritroviamo il nostro Kieran ancora molto inquieto, in difficoltà a vivere a Roarton e sempre più convinto di migrare altrove; in un paese più aperto alle persone come "lui", soprattutto dopo una serie di attacchi terroristici di alcune frange violente dei non morti che stanno generando una nuova ondata di terrore nella popolazione. La partenza di Kieran viene però rinviata dal ritorno di Amy accompagnata da Simon. Entrambi fanno parte del movimento di liberazione, una sorta di resistenza che cerca di far rispettare i diritti umani per i non morti. Entrambi, ovviamente non indossano i camuffamenti istituiti dal governo e Kieran, si ritrova a dover fare i conti con la parte di lui che ancora non ha accettato il risveglio e la nuova seconda vita. Luke Newberry, che per questo ruolo è nominato ai BAFTA 2014, sorprende ancora per l'intensità con la quale interpreta questo fragile e sensibile Kieran, personaggio con il quale è impossibile non provare empatia. Kieran, infatti, non riesce a guardarsi allo specchio perché è spaventato da quello che potrebbe tornare a essere e il ricordo di quello che ha fatto, vivido nella sua mente come in quella della sorella. Jem, infatti, non sembra passarsela bene nella nuova scuola e senza il gruppo HVF. La sua paura e repulsione per i non morti si scontra con l'affetto che nutre per il fratello.
New entry importante per la stagione è senza dubbio la deputata Martin, del partito Victus. La donna ovviamente nasconde qualcosa e il reverendo pazzo è il primo ad accorgersene. L'interesse morboso per i registri anagrafici si tramuta nell'affannosa ricerca dei primi risvegliati. Mi viene da pensare che la donna sia cercando il primo risvegliato in assoluto e quel primo potrebbe essere proprio Kieran ma il perché lo stia cercando, resta per il momento un mistero che apre molte strade per i prossimi episodi
In The Flesh torna come ho detto sopra, in grande stile, con quell'intensità, quella scrittura e recitazione che aveva reso la prima stagione, un gioiellino seriale. La capacità di questa serie di indagare nell'animo in modo elegante e sottile usando una storia sovrannaturale la rende un prodotto brillante e godibile. Le battute finale della premiere ci mostrano Kieran esasperato dopo l'ennesima dimostrazione di razzismo nei riguardi dei non morti, saggiamente provocata da Amy e Simon, decide di fare le valige e andarsene. Resta ancora aperta la questione riguardante Amy: è stata "scelta" per fare cosa? Il movimento di liberazione è legato a quello terroristico che semina il panico? Con tutte queste domande In The Flesh si è assicurata la nostra attenzione per i prossimi cinque episodi.
Questa recensione è stata pubblicata anche su Telefilm Central il 9 maggio 2014

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